17 Nov La cara, vecchia memoria Floppy Disk e la sua storia affascinante
Di cosa parla questo articolo
Il floppy disk è una memoria di massa che ha segnato intere generazioni di appassionati di informatica e videogiochi. Nella nostra mente di gamer attempati abbiamo ancora la nitida visione di pile di floppy accatastati solo per copiare una misera demo. Di installazioni che si interrompevano perché dovevamo “inserire il disco 2”. E in generale di supporti che, una volta inseriti nel lettore, facevano suoni strani.
Vediamo quindi di ricapitolare le vicende di questa pietra miliare della memorizzazione. Cercando di non versare troppe lacrime per la nostalgia.
Quando è nato il floppy disk?
La prima faccenda da chiarire è quando sia effettivamente nato l’amato/odiato dischetto. Per farlo, bisogna tornare indietro fino al 1967. All’epoca, IBM aveva assegnato al suo centro di San José, California, un obiettivo piuttosto ambizioso. Cioè quello di creare un sistema per caricare i microcodici dei mainframe System/370.
C’era bisogno di una memoria di massa, non volatile, affidabile e semplice da produrre. Si arrivò così, qualche anno più tardi, al primo floppy immesso sul mercato. Grande 8 pollici, aveva la sbalorditiva capacità di 80 kB. Era il 1971, e il mondo dei computer non sarebbe stato più lo stesso.
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Chi ha inventato il floppy disk?
Affermare con certezza chi sia l’inventore del floppy è faccenda non troppo semplice.
In linea di massima, si deve sempre tornare a IBM, e ad Alan Shugart. Un nome di peso nell’informatica moderna, e soprattutto nelle innovazioni legate alla memorizzazione. Shugart affidò il progetto della creazione dei nuovi supporti a David Noble, che arrivò così alla produzione del memory disk. Si trattava del già citato “nonno” dei supporti moderni da 80 kB.
La cosa carina è che la prima versione era sprovvista di involucro di plastica. Solo in seguito si decise di inserire questo elemento, al fine di eliminare lo sporco che andava a danneggiare il disco.
Ma c’è un ma. Perché dall’altra parte del mondo, in Giappone, l’inventore Yoshiro Nakamatsu (noto anche come Dr. NakaMats) si dichiarava inventore del floppy, a partire addirittura dal 1950. Alla fine IBM dovette cedere alle sue richieste, e acquisire una licenza di vendita.
Dopo queste beghe legali, occorre aspettare un’altra decina d’anni prima di arrivare alla soluzione di archiviazione dei dati definitiva. Ovvero il floppy disk da 3,5 pollici ad alta densità, con la fantasmagorica capacità di 1,44 MB. Ci si memorizzava letteralmente di tutto su un supporto del genere, dalle canzoni in formato MIDI ai file di testo. Ed è questa versione che poi ha conosciuto il successo planetario di cui parliamo ancora oggi.
Quindi è possibile dire che l’inventore del supporto è stato realmente Nakamatsu. È anche vero che senza l’apporto di IBM, forse, la diffusione del floppy non sarebbe stata globale, come poi in effetti fu.
Quanto vale un floppy disk?
Strano ma vero, i dischetti da 1,44 MB sono commercializzati e utilizzati ancora oggi.
È possibile acquistare pacchetti da 10 floppy per meno di € 30. E addirittura esistono lettori portatili di drive da 3,5 pollici con presa USB, che possono essere portati a casa per pochi spiccioli.
Ma perché si dovrebbero ancora comprare questi formati? E perché hanno ancora valore? I motivi sono tra i più disparati. Magari si è appassionati di retrogaming e, in generale, di informatica. Oppure si compilano canzoni in formato MIDI, utilizzate comunemente da sintetizzatori e altri apparecchi simili.
Oppure si è dei tipi stravaganti, che decidono di far “cantare” i floppy per rendere l’internet un posto ancora più strano del solito:
Cosa c’era prima?
Se i dischetti colorati di plastica ti sembrano storia, aspetta di sentire cosa si utilizzava prima della loro invenzione:
- Negli anni ’40 c’erano le schede perforate, che quando venivano inserite nei calcolatoriconsentivano di eseguire programmi e salvare dati. Erano una evoluzione diretta della Macchina di Turing;
- Negli anni ’50 arrivarono i nastri magnetici. Si trattò di un passo fondamentale, specie per ladiffusione di contenuti multimediali, visto che un tipico nastro conteneva 225 kB, ovverol’equivalente di 1920 schede perforate;
- Sempre negli anni ’50, arrivarono gli hard disk. Era il 1956, per la precisione, e il merito anche inquesto caso era da attribuire a IBM. I primi modelli potevano memorizzare 5 MB, l’equivalente di 23 nastri magnetici.
Negli anni ’70, come visto, arrivarono i floppy, cui seguirono i CD-ROM (anni ’80), i DVD (anni ’90), i Blu-ray (anni ‘2000). Per non parlare di memorie flash e USB. E infine la smaterializzazione definitiva dei giorni nostri, col cloud.
I floppy non bastano più: aggiorna la tua configurazione!
Bello parlare di floppy e preistoria dell’informatica, ma per giocare seriamente oggigiorno non servono certo supporti da 1,44 MB. Hai bisogno di una configurazione performante, altrimenti tutto quello che potrai provare saranno Pong o Space Invaders.
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